pietre bianche di  Enrico Paglione

Scultura artigianale in pietra e in legno


Scolpire la pietra,

 scolpire il tempo


Enrico Paglione

( Capracotta 1935 – L’Aquila 2018 )


Ha imparato il mestiere del muratore sin da giovane, quindi ha studiato specializzandosi come capomastro a Caracas (Venezuela) nel 1964.

Nel 1989 si è trasferito a L’Aquila, seguitando nel campo dell’edilizia per poi approdare definitivamente alla scultura negli anni Novanta.

Ha inteso la scultura come impulso di profonda spontaneità.

Si è spento a L'Aquila nel 2018.


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« Si comincia a lavorare il blocco,
a squadrarlo sulla pietra e creare
con gli attrezzi.
Il martello e la punta dello scalpello
 sono gli artefici della creazione »

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Enrico Paglione era solito cercare i sassi nella cave di Poggio Picenze e sul Gran Sasso.

Per secoli, le cave di Picenze hanno prodotto una pietra calcarea caratterizzata da una intensa colorazione biancastra di altissima qualità. Un tempo questa località era famosa anche per i “maestri scalpellini”, autori di opere di pregio in molti centri della provincia, i quali hanno reso possibile realizzare una vasta gamma di manufatti (tra questi i famosi portali), che hanno arricchito chiese, palazzi e dimore gentilizie. Le fonti di documentazione sugli scalpellini di Poggio Picenze di cui oggi possiamo ancora disporre non sono numerose né dettagliate. Si tratta in primo luogo di fonti orali residue, ovvero di testimonianze degli anziani che ancora ricordano. Oltre a queste testimonianze si hanno le fonti materiali, cioè gli strumenti da lavoro impiegati. A queste si aggiungono infine i manufatti ancora reperibili, oppure si possono apprezzare nei lavori che sono stati eseguiti nei molti palazzi nobiliari e luoghi di culto di L'Aquila e dintorni.

Sui sassi da lavorare Paglione riportava, con una matita, disegni che prima erano stati fatti sulla carta. Gli strumenti da lavoro consistevano nelle punte di scalpello, i mazzuoli, la squadra, il seghetto e la carta abrasiva.
Il lavoro lo svolgeva sempre all'esterno. Spesso lavorava anche 12 ore al giorno, a seconda della necessità, con una breve pausa per il pranzo.
Enrico Paglione mentre scolpisce una pietra